Ci sono degli aggettivi che non dovresti desiderare di sentirmi mai pronunciare per connotarti. Per esempio, semplice. Per me semplice è ciò che è costituito da un unico elemento, per certo decerebrato, oppure facile, talmente facile da essere elementare, senza affettazione ne ricercatezza.
Friday, December 11, 2009
Sulla semplicità
Ci sono degli aggettivi che non dovresti desiderare di sentirmi mai pronunciare per connotarti. Per esempio, semplice. Per me semplice è ciò che è costituito da un unico elemento, per certo decerebrato, oppure facile, talmente facile da essere elementare, senza affettazione ne ricercatezza.
Monday, December 07, 2009
Je ne regret rien
Non rien de rien, Non je ne regret rien
Saturday, November 28, 2009
Wednesday, November 25, 2009
Suddently I see
Non riesco a ricordare esattamente cosa sia successo, eppure deve essere andata grossomodo così: Una parola di troppo credo, in quel mare di cose dette che per mesi sono state sale su una ferita, un continuo precipitare dal male in peggio. Sentimenti che si proclamano e si ritrattano come fossero niente, come se valessero ancora meno. Una messa in scena grottesca, una pagliacciata ridicola. Ma fino a quel momento tutto sembrava essere ancora lì in piedi, solido dentro di me, non mi ero accorta che le fondamenta si stavano sgretolando irrimediabilmente. Poi quell'ultimo discorso, quel tentativo di parlare, quell'incontro che sembra difficile da avere come se si stesse chiedendo udienza. Ecco, credo sia stato quello il momento in cui un embolo deve essersi staccato e l'illuminazione raggiunta. Delle volte serve un blackout per rischiarare la mente.
Sunday, November 22, 2009
L'appartamento spagnolo
" Come luce lei arriverà, come acqua piano scivola. Senza far rumore salirà le scale e le sue labbra... Come mirra lenta brucerà, come fuoco danzerà per te"
Tuesday, October 06, 2009
Suerte
Il mio viaggio è iniziato a Matarò, una piccola cittadina spagnola a circa trentacinque chilometri dalla mia destinazione. Juan Carlos, il produttore di vino argentino ci aveva tenuto così tanto affinché accettasi quel passaggio che non avevo potuto sottrarmi. Desiderava che conoscessi il suo amico fotografo che era venuto a prenderlo per portarlo in città. Ma poi in preda ad un entusiasmo generale, il fotografo ed i figli di Juan avevano deciso di fermarsi nella piccola cittadina della costa, in fondo erano le tre del pomeriggio ed era ora di pranzare. Dal finestrino della corriera ho visto scorrere davanti ai miei occhi una vasta pianura giallastra con macchie di vegetazione sparse, le case sbiadite dal sole di una estate di fuoco e grossi impianti industriali erosi dal sale. Avevo voglia di arrivare a destinazione di smettere di trascinare quella valigia che mi sbatteva sulle gambe e che avrebbe lasciato i segni per giorni, togliere dalle spalle lo zaino con le mie macchine fotografiche e possibilmente tutte quelle sensazioni di tempi andati, di storie consumate. Eccola maestosa adagiarsi sul mare. Una rete fitta di strade parallele, simmetriche che confluiscono nei ventri ampi delle piazze. Nei vicoli stretti e lunghi di alti palazzi panni stesi ad asciugare, pareti umide, pavimenti lastricati. L'odore del mare, il sapore del sale che penetra su nelle narici ed esplode nei polmoni. Tutto ricomincia da qui. In questo appartamento al secondo piano a cui ci si arriva percorrendo delle rampe di scale con delle finestre strette e lunghe dal quale non entra neppure un raggio di sole. Un rassicurante utero buio. Se penso al passato trovo strano sapermi qui. Mi sento bene, di una felicità placida, serena. Una felicità che cura nel profondo, che ristabilisce l'ordine delle cose. È meraviglioso scoprire di non avere più nulla da perdere.
Friday, October 02, 2009
La verità negli occhi
Ho viaggiato verso Nord.
Il mio ultimo viaggio italiano prima della dipartita.
Ho consumato la nostra ultima conversazione seduta ad un tavolino di un bar. Mentre parlava mi sono accorta di quella piccola macchia scura accanto all’iride del suo occhio sinistro. Una piccola macchia in così tanta limpidezza. Dettagli eloquenti. Non lo cercherò mai più. Non lo cercherò perché mai più seguirò i passi di chi non ha voglia di una mia significativa presenza nella sua vita. Una eccezione fatta per lui e per lui soltanto svanita al cenno del suo ulteriore rifiuto.
Alle prime luci del mattino ho preso la testa fra le mani, ho stretto forte le spalle, mi sono raggomitolata sullo stomaco. Continuo a credere che la mancanza generi sempre sottrazioni reciproche. Mentre tutto andava alla deriva ed io annegavo naufragando, ho sentito le mani del mio amico scivolarmi tra i capelli ed accarezzarmi le guance. Siamo rimasti così abbracciati e muti. Il dolore ha degli abissi così profondi da non riuscire a vederne la fine.
Ho percorso la costa di levante ed ho osservato la gente ritmare la propria vita allo scandirsi alterno di un semaforo. Mi sono ubriacata di sole e di vento salmastro eppure avrei voluto essere altrove, possibilmente lontano.
La consapevolezza psicologica di una vicinanza fisica ci costringe ad essere maggiormente determinati negli intenti. Cedere significherebbe costringersi ad una agonia insopportabile. Durante la mia ultima sera, parole silenziose hanno navigato negli sguardi di rapporti consolidati, di rapporti recuperati. C’erano tutti gli sguardi che avrei voluto tranne i suoi ma non c’era da stupirsi per chi aveva già post posto un incontro privilegiando le incombenze di un insignificante quotidiano. Piccoli dettagli che passano silenziosi e che si rivelano solo in considerazioni successive. Sono finiti i tempi dove si consumavano miglia anche solo per uno sguardo. La verità è negli occhi.
Questa storia ha tutto il sapore di una disfatta.
L’esilio non è mai stato come in questo momento, una scelta più dolce. Le persone che mi vorranno sapranno dove cercarmi e mi troveranno sempre nei loro pensieri. Guarirò. Tutte le ferite si rimargineranno.
Tornerò e splenderò di una bellezza rara.
Sunday, September 06, 2009
When September ends
Ho acquistato un biglietto di sola andata per la Spagna. Quando Settembre conterà i suoi ultimi giorni io preparerò la mia valigia e me ne andrò.
Thursday, August 13, 2009
Quando il vento tornò a parlare
Ricordo bene il lieve sussurro del vento, passò sfiorandomi i capelli in un giorno d'Aprile. Immobile, soffocante ed umida l'aria di una notte d'Agosto che per nulla ricorda il respiro sottile di una giornata di primavera. E' il tempo che passa, che scivola fra le mani, che muta gli animi e gli umori e che ci condanna ad una infelicità profonda fatta di arrivederci incerti che in tutto rassomigliano a degli addii.
Thursday, August 06, 2009
Pensieri arsi al sole
Saturday, August 01, 2009
Qualcosa che assomiglia a ridere nel pianto
Oggi ho ricevuto una lettera. Poche righe scritte su un rettangolo di carta. Fosse accaduto ieri forse non avrebbe avuto la stessa importanza, lo stesso spessore. Ma il fatto che sia accaduto oggi è come sale su una ferita.
Thursday, July 23, 2009
Mi preferisco freddamente felice
Tutto mi è chiaro adesso. Limpido, trasparente, crudo nella sua essenzialità, ma questo per ora è secondario. La consapevolezza non mi rende più felice ma mi restituisce qualcosa che era andato perduto, qualcosa che era stato omesso. E' stata una notte lunghissima ed io non volevo altro che finisse, che il giorno inghiottisse vorace la notte, che la bruciasse con il calore di un altra giornata di Luglio.
Seduta sul balcone ho aspettato le prime luci dell'alba, ho visto un uomo attraversare la strada, Il primo tram del mattino passare rumoroso sulle rotaie, la prima serranda sollevarsi. E' così bello e rassicurante contemplare quello che è consumato dalla quotidianità quando si è persa ogni certezza.
Baciata dal vento, ho percepito il primo respiro del giorno.
Ieri mi sono laureata. Ho preso il massimo dei voti perché non so fare le cose con approssimazione. Essere qualunque mi è sempre sembrato un peccato mortale. Ed ora mi sento svuotata. Se un obiettivo è caduto, tramortito dal proiettile della mia determinazione, ora mi tocca riprendere la mira, riposizionare le intenzioni, tirare su le braccia e sparare ancora. Tutto mi sembra crudelmente violento e non vedo realizzazioni possibili senza il sacrificio della carne, del corpo.
La costante dedizione che ho riservato al mio impegno mi ha fuorviata, mi ha impedito di vedere quel qualcosa in più che sempre si nasconde nel dettaglio. E questa improvvisa presa di coscienza delle cose e delle situazioni mi ha colpito nella mia vulnerabilità. Mi pento di essermi permessa questa fragilità.
Mi preferisco freddamente felice.
Le mille valide ragioni che potrò ricevere non cambieranno la natura di un rifiuto.
Voglio stemperare ogni emozione con quella fredda ragione che come si dice, non ha mai asciugato una lacrima.
Trovare motivi, giustificazioni, alibi poi andare avanti e fare finta di niente fino a che l’indifferenza apparente sia sostituita da quella reale.
Thursday, April 02, 2009
La bellezza salverà il mondo
Ora sono felice. Ora. Adesso, in questo preciso momento. Domani non so ma domani non conta. Questa serenità sottile, questa felicità troppo a lungo sopita è qui. Non voglio perderne neppure un secondo. E' palpabile come fosse materia. Questa vita romana mi ha tenuta lontana dai set, dai castings, dai colpi di spazzola, dall'occhio critico di Dean. Mi ha rapita dalle strade di Londra, dal vento freddo che soffia sul Tamigi, per catapultarmi nel sole tiepido di questa primavera italiana. Scorre lento il Tevere, non è impetuoso come il fiume di gente della mia Londra. Tra le rovine, tra le vestigia del passato, tra ciò che è logoro, consumato dal tempo, ho potuto nascondermi, guarirmi. Con le macerie ho ricostruito questo equilibrio, l'ho ponderato, cercato, voluto. Ed ora eccola flebile, sottile, fugace, fa tendere un arco sulla mia bocca, fa brillare appena i miei occhi. E' solo un lampo che balena per un istante nello sguardo. Vedi, sono a casa eppure non sono ancora arrivata. Ora che ho disfatto le valigge posso finalmente ripartire. Posso pensare ad un altro viaggio perché qui ho abbandonato ogni cosa. Ho incominciato un nuovo percorso. La mia passione per la fotografia mi sta portando su lidi inaspettati. Catturo immagini, spesso, frequentemente, se non con la mia macchina fotografica lo faccio con i miei occhi, imprigiono tutto nella memoria, trasformo ogni cosa in icone che possano rimanere eterne, che siano adesso e per sempre. Voglio fotografare ogni cosa e trasformarla in bellezza, perché come dice Dostoevskij la bellezza salverà il mondo. Se salverà il mondo salverà anche me da questa mia ostinata misantropia, da questa profonda sfiducia, da questo senso irrecuperabile di solitudine intellettuale. Sento un'urgenza, una esigenza creativa, delle volte non voglio fotografare, devo fotografare. Guardo con stranezza questo dinamico volteggio che mi ha fatto scivolare dietro le quinte e che paradossalmente mi tiene ancora sulla scena. Voglio riempirmi gli occhi di tante nuove cose, voglio viaggiare e ricominciare ancora. Forse tornerò a Londra o forse un altro luogo diverrà casa mia. E' bello sapere di poter lasciare questo luogo portando con me tutto quello di cui ho bisogno.