Friday, May 23, 2008

Filosofia negativa


C'e` una gran bella differenza fra mentire e dire una mezza verita`. Chi dice una mezza verita` afferma con sicurezza la propia opinione perche` non c'e` fragilita` nelle sue parole. La crepa e` nel suo tacere parziale e restera` al sicuro fino a quando rimarra` velata. Quello che dice possiede la forza di una convinzione sostenuta da una verita' ma non dalle verita` molteplici. Bisogna essere abili per costruire un discorso senza scadere nella menzogna.
Il bugiardo dice mentendo o tace completamente. Il bugiardo nasconde,omette, non elude. Non possiede la finezza intellettuale di chi dice una mezza verita'. Colui che dice una mezza verita'possiede l'amara consapevolezza che non tutto puo' essere sostenuto apertamente e tuttavia non ama sottrarsi al dovere di un giudizio. Per questo le parole che escono dalla sua bocca sono come una fotografia in negativo, tutto e' in nunce, disegnato nei contorni da sfumature di grigio eppure gia' completo, un equilibrio stabile. Sobrieta' nella forma, acutezza dell'espressione, sincerita` nel modo e diplomazia sono requisiti fondamentali affinche` il discorso non scada nella bugia spicciola. E` un esercizio di stile, saperlo fare appartiene a pochi.
Dire una mezza verita' tuttavia e' una scelta ultima che si impone quando il dado e` stato gia` tratto, quando le carte sono gia' sul tavolo ma non ci si puo' permettere di perdere la mano.
Dire una mezza verita` non e` mai una facile via di fuga che altrimenti non sarebbe diversa da una bugia. Confesso la mia propenzione alle mezze verita` tuttavia non mi sottraggo alla responsabilita' che comporta la mia ammissione.

Tuesday, May 13, 2008

La classe non e` acqua

La guardo, la osservo nelle sue azioni piu' semplici, nel suo modo di occupare fisicamente un luogo, o piu' semplicemente d' interaggire, d' invadere lo spazio mentale ed emotivo degli altri. Una nota stonata in una sinfonia (la mia) quasi perfetta, una macchia indelebile sul mio vestito bianco, il gessetto sulla lavagna, il latte versato, le unghie che che stridono su una superficie liscia. Dio! chiudile per sempre quella bocca, impediscile di dire cose che nemmeno per un secondo sono passate a sfiorare l'anticamera vuota ed inutile del suo cervello.

Questo non e' un giudizio personale, le cose stanno propio cosi'. E' goffa, sciatta, priva di significato, dice solo cose per sentito dire. E' un enorme, ridicolo luogo comune.


Ma sopratutto e' una copia di un originale al quale fa il verso perdendone tutta la forza e l'attrattiva dell'idea che lo ha generato.


La mia e'una fin troppo lucida analisi di un inevitabile dato di fatto .

Non ha stile e tenta invano di elemosinarlo. Qualcuno dovrebbe dirle che lo stile non si compra, che la classe non e' acqua, qualcuno dovrebbe dirle di smettere di invadere il mio privato con i suoi modi falsi, con il suo servilismo ipocrita. Non c'e' niente che lei possa fare per accattivarsi la mia amicizia.

Lei e' decisamente spiacevole alla vista e una mortificazione per l'udito. Possiede l'arroganza dell'ignorante, quella di chi si nasconde dietro la carta stampata dei suoi titoli. E' vigliacca. Crede che non me ne sia accorta ma non riesce a fare nulla che non abbia l'odore fetido della sua incapacita`. Non c'e rabbia in quello che dico, io mi limito semplicemente ad analizzare.

Ogni singola, piccola cosa che fa e' un gigantesco fallimento. Si indigna per la mediocrita' con la quale la tratto ma non potrei trattarla diversamente poiche' lei e' mediocre. Cattiva... penserete che sono cattiva ma apparte il fatto che io non tentero' di cambiare la vostra opinione, lasciatemi dire che mi sentirei disonesta se non affermassi quello che penso, che anche voi conoscendola vorreste evitarla.

Monday, May 05, 2008

Colonna sonora senza titoli di coda



Apro la porta e sono fuori, un grosso respiro d'aria fresca mi dilata i polmoni. Poi un passo, due. Il rumore dei miei tacchi sull'asfalto nonostante la musica alle orecchie. Dall'altra parte della strada c'e' la stazione metro di Caledonian Road, un centinaio di passi o poco piu'. Nell'altra direzione, una lunga lingua d'asfalto ti fagocita nello stomaco ampio della stazione di King's Cross: un brusio di passi, una moltitudine di voci, un' infinita' di suoni indistinti che ti appiattisce, ti cancella e di te solo l'ombra sul selciato.

John mi saluta, sorridente come tutte le mattine in cui e' di turno. John, lui mi ha sempre sorriso, non riesco a ricordare un giorno in cui non lo abbia fatto. John scherza, lo fa sempre, vuole che lo sposi. Non sa quasi nulla di me, tranne quello che le apparenze suggeriscono, ne` io so nulla di lui, una reciproca mancanza, eppure il suo sorriso riempie la mia giornata, la scalda di un affetto sincero.

Non sarebbe la stessa cosa se John di tanto in tanto non apparisse mezzo busto dietro il gabbiotto della biglietteria, con il suo viso rotondo e quel sorriso generoso.

Anche Therry, il mio gentelman inglese, che chiede sempre come stai e che dice buongiorno in italiano merita di essere qui, fra le mie pagine ma oggi non c'e`, non e` di servizio, mi manchera' oggi. Mi infilo nell'ascensore trafilata, le porte si chiudono con quel rumore metallico che le contraddistingue.

Dove sto andando? E soprattutto ha veramente importanza? Io percorro le mie strade, le sciolgo come un gomitolo di lana, cammino con quel passo di chi sa' cosa vuole e come ottenerlo. Eppure eccomi basta un niente e sono perduta dietro un fil di ferro di pensieri. Se ti muovi, se cerchi di svincolarti e' sangue che scorre lungo le gambe. Ci sono cose da fare, decisioni da prendere e questo tempo gia' dilatato all'infinito sembra non essere abbastanza.

La musica continua a suonare brani a random creando quella strana commistione di melodico e martellante che a tratti fa male alle orecchie, eppure non puoi farne a meno di questa colonna sonora senza titoli di coda.

Voglio tornare a casa, infilare la testa sotto il cuscino, dormire un sonno profondo...