Tuesday, October 06, 2009

Suerte


Il mio viaggio è iniziato a Matarò, una piccola cittadina spagnola a circa trentacinque chilometri dalla mia destinazione. Juan Carlos, il produttore di vino argentino ci aveva tenuto così tanto affinché accettasi quel passaggio che non avevo potuto sottrarmi. Desiderava che conoscessi il suo amico fotografo che era venuto a prenderlo per portarlo in città. Ma poi in preda ad un entusiasmo generale, il fotografo ed i figli di Juan avevano deciso di fermarsi nella piccola cittadina della costa, in fondo erano le tre del pomeriggio ed era ora di pranzare. Dal finestrino della corriera ho visto scorrere davanti ai miei occhi una vasta pianura giallastra con macchie di vegetazione sparse, le case sbiadite dal sole di una estate di fuoco e grossi impianti industriali erosi dal sale. Avevo voglia di arrivare a destinazione di smettere di trascinare quella valigia che mi sbatteva sulle gambe e che avrebbe lasciato i segni per giorni, togliere dalle spalle lo zaino con le mie macchine fotografiche e possibilmente tutte quelle sensazioni di tempi andati, di storie consumate. Eccola maestosa adagiarsi sul mare. Una rete fitta di strade parallele, simmetriche che confluiscono  nei ventri ampi delle piazze.  Nei vicoli stretti e lunghi di alti palazzi panni stesi ad asciugare, pareti umide, pavimenti lastricati. L'odore del mare, il sapore del sale che penetra su nelle narici ed esplode nei polmoni. Tutto ricomincia da qui. In questo appartamento al secondo piano a cui ci si arriva percorrendo delle rampe di scale con delle finestre strette e lunghe dal quale non entra  neppure un raggio di sole. Un rassicurante utero buio. Se penso al passato trovo strano sapermi qui. Mi sento bene,  di una felicità placida, serena. Una felicità che cura nel profondo, che ristabilisce l'ordine delle cose. È meraviglioso scoprire di non avere più nulla da perdere.

Friday, October 02, 2009

La verità negli occhi


Ho viaggiato verso Nord. 

Il mio ultimo viaggio italiano prima della dipartita. 


Ho consumato la nostra ultima conversazione seduta ad un tavolino di un bar. Mentre parlava mi sono accorta di quella piccola macchia scura accanto all’iride del suo occhio sinistro. Una piccola macchia in così tanta limpidezza. Dettagli eloquenti. Non lo cercherò mai più.  Non lo cercherò perché mai più seguirò i passi di chi non ha voglia di una mia significativa presenza nella sua vita. Una eccezione fatta per lui e per lui soltanto svanita al cenno del suo ulteriore rifiuto. 

Alle prime luci del mattino ho preso la testa fra le mani, ho stretto forte le spalle, mi sono raggomitolata sullo stomaco. Continuo a credere che la mancanza generi sempre sottrazioni reciproche. Mentre tutto andava alla deriva ed io annegavo naufragando, ho sentito le mani del mio amico scivolarmi tra i capelli ed accarezzarmi le guance. Siamo rimasti così abbracciati e muti. Il dolore ha degli abissi così profondi da non riuscire a vederne la fine. 

Ho percorso la costa di levante ed ho osservato la gente ritmare la propria vita allo scandirsi alterno di un semaforo. Mi sono ubriacata di sole e di vento salmastro eppure avrei voluto essere altrove, possibilmente lontano.

La consapevolezza psicologica di una vicinanza fisica ci costringe ad essere maggiormente determinati negli intenti. Cedere significherebbe costringersi ad una agonia insopportabile. Durante la mia ultima sera, parole silenziose hanno navigato negli sguardi di rapporti consolidati, di rapporti recuperati. C’erano tutti gli sguardi che avrei voluto tranne i suoi ma non c’era da stupirsi per chi aveva già post posto un incontro privilegiando le incombenze di un insignificante quotidiano. Piccoli dettagli che passano silenziosi e che si rivelano solo in considerazioni successive. Sono finiti i tempi dove si consumavano miglia anche solo per uno sguardo. La verità è negli occhi.


Questa storia ha tutto il sapore di una disfatta. 


L’esilio non è mai stato come in questo momento, una scelta più dolce. Le persone che mi vorranno sapranno dove cercarmi e mi troveranno sempre nei loro pensieri. Guarirò. Tutte le ferite si rimargineranno. 

Tornerò e splenderò di una bellezza rara