Thursday, December 02, 2010

Integrità


L'Integrità.
Un tutto non frammentato, una interezza non corrotta.

Riduttivo semplificare con il termine coerenza. Non è solo una questione di saper sostenere un'opinione ma piuttosto il sapersi prendere la responsabilità delle proprie azioni. Strettamente legata con la coscienza, con la consapevolezza di se.

Sai cosa significa essere integri?
Significa saper fare la cosa giusta anche quando non ci porta alcun vantaggio, quando la questione non ci appartiene.

E' tutta una questione di integrità, quella che non possiedi ovviamente.

Faccio sempre fatica a parlare di valori, di morale, si rischia sempre di essere fraintesi. Termini da troppo tempo abusati, assimilati a concetti ecumenici che credimi sono ben lontani dal mio modo di sentire. Eppure è di questo che si tratta: La condizione di integrità genera dei valori, un codice d'onore.
Essere persone d'onore, con questo ha che fare l'integrità.

Rispettare una parola data, una posizione presa, in nome della incorruttibilità.
L'integrità disprezza qualsiasi sentimentalismo inutile ma si batte sempre per cause che agli occhi di molti sembrano perse.
Le persone integre si rifiutano di passare con superficialità estrema sulle cose senza averne ponderate le conseguenze. Senza aver vagliato le ripercussioni, gli esiti, gli effetti e le logiche conseguenze.
Ed invece.
Passare su tutto come se non ci fosse storia regressa, come se non ci fosse un trascorso. Ho troppa buona memoria per non ricordare.

Un'ultima cosa:

Come ho già avuto modo di dirti " Io ho capito che ci sono solo poche cose nella vita che meritano di essere replicate. Nella maggior parte dei casi, il progetto numero due di un progetto numero uno resta secondo per qualità ed ambizione." Il progetto numero tre di un progetto numero due è una perseveranza diabolica, segno vistosamente reiterato del tuo fallimento.





Tuesday, November 23, 2010

Νικη

Tutto accade per una ragione. Lasciami aggiungere, per una buona, anzi un'ottima ragione.


It's a new dawn

It's a new day

It's a new life

For me


Mi distingue una certa gravità, un presenza, uno spessore. Tu lo sai. Per questo avere a che fare con me, significa arrivare, prima o poi, ad uno scontro duro che ci vedrà indissolubilmente uniti o irrimediabilmente distanti.


Era un pò che la osservavo. L' ho vista aggirarsi tra le mie cose. L' ho vista occultare le prove del suo passaggio con disattenzione, con la noncuranza di chi crede di non poter essere scoperta. E' stato interessante come un documentario del National Geographic.

A volte l'ho trovata ilare come uno spettacolo comico, altre decisamente patetica come uno squallido talk show dove i personaggio sono delle comparse mal pagate.


Eppure io l'ho lasciata fare. Per interesse sia ben chiaro.


Confesso che per un pò è stato anche divertente farle credere di tenere le redini del gioco.

Devo dire però che la parte che più ho gradito è stato quel maldestro tentativo, una volta scoperte le carte, di celare il suo scontento.

Per un momento è sembrato quasi che fosse riuscita ad andarsene mantenendo un impeccabile selfcontrol, la compostezza di chi sa consapevolmente di averci provato illecitamente senza successo e che tutto sommato poteva anche metterlo in conto.

Poi ha ceduto, è implosa. Per questo mi ha rinnegata.


Sembra che non ci si possa congedare dalla mia vita con una semplice stretta di mano. Ecco quello che sono, una stigmate sulla tua pelle, dolorosa e divina allo stesso tempo.


And this old world is a new world

And a bold world

For me


Ed io? Io ho continuato come nulla fosse, imperturbata ed imperturbabile.

Ho rincominciato a ballare, la mia danza, quella danza... anche qui.



And I'm feeling good









Sunday, October 17, 2010

Un soffio leggero sullo stoppino di una candela


E' stato un giorno bellissimo. Niente che fosse in eccesso. Niente che fosse dettato da una costrizione di circostanza come in realtà avrebbe potuto essere data l'occasione. Per questo l'ho amato.

Mentre parlava, con quel suo modo colorito di raccontare una vita che in questi ultimi tempi lo ha maltrattato, mi sono ricordata della luce calda che proveniva dalla sua finestra quando abitavamo vicini.
Era un pò un rituale: io guardavo la sua luce accendersi tardi alla sera dopo una giornata di lavoro, lui guardava la mia in quella notte infinita prima di un esame. Al mattino, quando il sole schiariva la notte come una solvente goccia di limone, riguardavo la sua finestra, la sua casa ancora immersa nel sonno. Tutto come la sera precedente se solo non fosse stato per quel foglio svolazzante alla finestra, caratteri grandi e distinti : "In bocca al lupo".

Un giro di sguardi, intorno a questa tavola.

C'è anche lei.
Non riesco a ricordare perché quel giorno decidemmo di non parlarci più. Amiche. L'importanza è tutta in una parola che da sola dice tutto. Poi quel taglio netto, quella cesura forte. Un altro capitolo e un altra vita prima di rincontrarsi ancora. Di scoprire che i nostri sogni sono ancora li nel giardino delle nostre vite. Il senso profondo di una mancanza perpetuata per anni e la gioia di averla ritrovata mettendo da parte uno stupido orgoglio. Delle nostre giornate ricordo tutto. Il ricordo è il tributo ad una amicizia importante. Se però dovessi ricordarne una in particolare, racconterei di quella sera, sedute all'altalena del suo giardino, con l'odore forte dell'erba tagliata. Una sera per raccontarsi mentre il cigolio delle catene scandisce ritmico il tempo. Un cielo di città pieno di stelle, una cosa rara. La viva sensazione di essere destinate a qualcosa di importante.

E' stato un lungo viaggio per la festa del mio compleanno. Chilometri per un convivio di una sera. Loro sono il mio orgoglio, la mia consapevolezza che un'amicizia si può costruire nonostante la lontananza, che sopravvive all'equivoco e ad un omesso. E' una amicizia che ha il sapore dei mirtilli e dei lamponi appena scottati in padella e versati ancora caldi su un gelato di crema, non per la dolcezza che l'immagine potrebbe evocare ma per un gesto vero che fece sentire il mio corpo un pò meno ferito.

Un giorno tra il passato ed il presente dove tutto è significativo, anche le assenze.

Ho brindato a me, alla mia vita e alle mie scelte con quella sottile, temporanea sicurezza che qualcosa è stato fatto bene.




Sunday, October 03, 2010

Making business


Gentile Mr C.,
prima di ogni cosa vorrei ringraziarla per la sua cortese offerta. La sua generosità mi lusinga. Si vede lontano un miglio che lei è una di quelle persone che ha fatto molto per contribuire alla propria fortuna. Si vede in altrettanto modo che lei riconosce un buon affare e che con generosità e determinazione le piace scommettere su cavalli vincenti.

Tuttavia gentile Mr C. mi trovo nella spiacevole condizione di dover rifiutare la sua proposta. Vede, nella vita non tutto è una questione di denaro e mi rendo conto che sia un concetto difficile da comprendere per un uomo che grazie al denaro acquista buona parte della propria felicità. Mr C. parliamoci chiaramente così come devono fare due persone d'affari come noi, non c'è niente di generoso nella sua offerta ma piuttosto il suo sottile fiuto per l'affare. Lo confesso al posto suo anche io troverei la cosa allettante, soprattutto se si vuole aiutare la persona che le è accanto. Lei lo ha capito subito che io posso tornarle utile più di quanto lei possa tornare utile a me.

Ora, la questione sta in questi termini, gradirei che lei comprendesse che c'è una ragione specifica che muove le mie scelte lavorative e che per quanto io sia di gran lunga più giovane di lei e decisamente con minor esperienza, vorrei che lei mi considerasse per quella che sono, vale a dire una persona di talento munita di una generosa audacia manageriale.

Ma torniamo a noi e alle ragioni del mio rifiuto. Mr C. a me non piace trovarmi in debito con le persone. Negli affari a maggior ragione, essere in debito di un grazie di troppo può risultare fatale. Io la ringrazio si per la sua offerta ma lei sa bene che rifiutandola io non glie lo devo questo grazie, sono io che glie lo concedo gratuitamente.

Mi creda, capisco la sua apprensione e vedo cosa la muove a dare quelli che lei crede dei "buoni consigli" però le sarei grata se non si immischiasse. Ogni volta che lei da uno dei suoi "buoni consigli" io sono costretta ad assistere ad un cambio di vela e ripristinare quella che mi farà vincere la regata mi costa tempo ed energie.

Mr C. non lo faccia mai più.

Se ha qualche dubbio in merito alle mie scelte sarebbe a questo punto più proficuo che io e lei ci si sieda allo stesso tavolo senza terzi intermediari che così remissivamente le cedono le redini, sempre che io sia interessata a questo cambio di guardia. Credo che a questo punto sia lecito ribadire un assunto fondamentale, chi comanda qui sono io. Stiamo parlando del mio lavoro, della mia immagine, della mia credibilità e delle responsabilità che a queste scelte sono legate.

In ultimo voglio che lei sappia che ho predisposto tutto affinché le cose possano funzionare anche senza la sua pupilla e questo significa fondamentalmente una cosa che da oggi in poi si fa come dico io o non si fa.

Prendere o lasciare.
Cordialmente la saluto.

Tuesday, September 28, 2010

Mind the gap


Io sono una bella donna. Non solo. Io sono una donna di una bellezza vistosa. Vero ma riduttivo. Io sono una bella donna, di quelle con una bellezza vistosa e con un problema: sono molto intelligente. Queste qualità così ben assortite in un solo corpo possono risultare fatali. I problemi che questa "condizione" genera, possono essere di diversa natura a seconda dell'interlocutore. Le implicazioni sono piuttosto ovvie, senza soffermarmi ve le lascerò immaginare, se ci arrivate bene, altrimenti pazienza. Ora, lasciatemi dire che io ho sempre fermamente creduto che la cortesia sia un dovere, essere cortesi è giusto, nella maggior parte dei casi anche proficuo. La logica sembra incorruttibile: se sei cortese verrai ripagato con cortesia. Ma su questo punto tornerò fra qualche riga.
Riprendiamo il discorso iniziale e lasciatemi indugiare ancora una volta sull'assunto iniziale cioè la mia eloquente bellezza. Non c'è niente di peggio di una donna con una bellezza prepotente, per giunta intelligente e pure sfacciatamente consapevole delle sue qualità. Confessatelo, se solo non foste curiosi di sapere dove voglio andare a parare con questo discorso sull'avvenenza trovereste insopportabile questo protrarsi di lodi. In realtà c'è una ragione su tanta insistenza: Rendervi maggiormente consapevoli di quanto possa essere insostenibile essere giudicati costantemente per le proprie qualità estetiche. Gocce che riempiono un vaso, fastidiosi ed insistenti riferimenti al mio nuovo taglio di capelli o alla semplice messa in piega, all'abito che si veste, al trucco che si è scelti di indossare, all'altezza dei tacchi delle scarpe, alla trasparenza della camicetta, alla magrezza del corpo. Ora, solo ora, possiamo tornare al discorso sulla cortesia e la gentilezza. Il punto è questo: se io dovessi pagarvi per una sola volta con la stessa moneta che mi riservate, con la stessa sentita attenzione, nella maggior parte dei casi, le cose starebbero così: I vostri capelli sono spesso disordinati,sciatti ed unti; i vostri abiti insignificanti, vi rendono dei qualunque e probabilmente sono lo specchio della vostra anonima personalità ; il vostro è un corpo molle, flaccido come la vita al quale lo costringete. Io sono cortese, sono squisitamente gentile. Io non vi faccio mai notare le vostre mancanze ma voi sempre le mie eccedenze. La questione mi tedia parecchio. L'argomento è caldo ed intendo ufficialmente affermare che da oggi in poi quando sentirò qualcosa che non mi piace sul mio conto, mi sentirò completamente libera di ripagarvi con una cruda verità sul vostro. Come direbbero gli inglesi, "mind the gap".

Thursday, September 02, 2010

Senza fine

Le foto vireranno al magenta e in un caldo giallo ocra. La carta si incresperà agli angoli. Piccole crepe si disegneranno sulla superficie patinata dell'immagine, io le guarderò così impreziosite dal tempo che è passato, dal tempo che non torna.

" Senza fine, trascini la nostra vita, senza un attimo di respiro, per sognare, per poter ricordare ciò che abbiamo già vissuto"

Era l'estate del 2010, la mia "ultima estate".
Il profumo della montagna, le foglie sotto le scarpe. I rovi delle more e l'ortica. Il paesaggio ondulato che prosegue all'infinito nel riflesso piatto del lago.

Il mio profumo sulle lenzuola ed il suo su di me.

" Non hai ieri non hai domani, tutto è ormai nelle tue mani"

Quel cielo immenso che avrebbe potuto inghiottirci se solo non ci fossimo aggrappati alla moltitudine di stelle che nessuna luce della città affievolisce. Il primo freddo, quello che presagisce un inverno aspro.

"Non mi importa della luna, non mi importa delle stelle, tu per me sei luna e stelle, tu per me sei sole e cielo"

Poi quella sera, seduti con gli altri, mentre il fuoco ardeva la legna sul braciere, le corde vibranti delle chitarre.

Combattuta e vinta dalla possibilità di rimanere ancora un pò. Desiderare per un attimo di non voler ripartire. Pensare di avere tutto quello di cui hai bisogno. Non desiderare altro.

" Tu per me sei tutto quanto, tutto quanto voglio avere"

Wednesday, July 21, 2010

La risposta giusta non è quarantadue



" Ho pieno il cervello di domande di cui vi assicuro nessuna delle risposte possibili mi ha mai portato una virgola di felicità;
a parte una, LA domanda, l'unica della quale avrei voluto la risposta:
É la ragazza giusta?
E la risposta giusta non è 42, è sì; indubbiamente, inevitabilmente, invariabilmente sì. E per una settimana nella mia triste ed effimera esistenza mi ha reso felice"


Indubbiamente, inevitabilmente, invariabilmente sì. Ma prima di raccontarti cosa, lasciami raccontare come.
L'ho capito subito, con quell'istinto sottile e feroce che contraddistingue gli animali, l'istinto della sopravvivenza necessaria, sentita, voluta e con lo stesso istinto ho assecondato ogni gesto che mi suggeriva una risoluzione rapida ed efficace. Prima di tutto niente convenevoli, niente cortesie, gentilezze e modi manierati.

Niente che sia politicamente corretto. Il tempo della cortesia è finito.
Non ci sono aspetti positivi ma solo un ingombrante, inutile ed insignificante peso da rimuovere. Eliminare, cancellare, distruggere, TUTTO.
Se il vaso si è rotto i cocci sono inutili.
Un enorme fagocitante tabula rasa.
E allora posso, voglio, desidero dirti si. La ragazza giusta, la tua.
E ti chiedo scusa per quel giorno e ancor di più per quella notte. Ti chiedo scusa per l'incertezza, la mia e voglio dirti grazie per la certezza, la tua che ha restituito a me tutto quello che credevo di avere perduto.

Quasi un anno fa, esattamente il 24 luglio, all'alba, io guardavo da un balcone un tram sferragliare rumoroso sui binari, un uomo attraversare la strada e un negozio aprire i suoi battenti. Ed io ricordo quell'alba come fosse ieri.
La mia perduta certezza e la mia acquisita coscienza.
Non era un dettaglio quello che era andato perduto ma una enorme gigantesca svista di cose tutt'altro che effimere.
Il sacrificio di cui ti parlavo l'ho tessuto ogni giorno sulla mia pelle. Ho costruito cose che sono andate distrutte poco dopo ma non ho desistito per un solo secondo, ed ho ricominciato da capo con l'infaticabile volere di chi sa di essere nel giusto. Ho ritrovato dei vecchi amici, ne ho perduti alcuni, ne ho conosciuti di nuovi.
Ho fatto tanto, ho detto tanto, ho pensato molto e poi un giorno quasi per caso ho visto in un bicchiere il riflesso del mio sorriso mentre brindavo a tutto quello che di bello e nuovo c'è nella mia vita.
E quindi è sì, è mille volte sì.
Non freddamente felice ma caldamente, instancabilmente, profondamente.

Friday, June 18, 2010

Living the day


Sono le ore diciassette e diciannove minuti. Una striscia di sole entra come un fendente dalla porta finestra della mia camera.

E' una giornata squisita, di quelle con una leggera brezza di vento che arriva dal mare. Io sono seduta alla mia scrivania, le solite carte e le nuove foto.
I rumori della strada si arrampicano sulla cortina ruvida del palazzo ed entrano prepotenti nella stanza. Voci, passi sull'asfalto, il rombante e fagocitante rumore dei motori. Una sinfonia metropolitana. Potrei andare fuori, camminare lungo Passeig de Gracia e scendere giù verso il mare, respirare l'aria del porto e cercare il tranquillizzante rumore delle onde che si infrangono sulla banchina. Invece me ne resto qui, sollevando di tanto in tanto lo sguardo verso lo specchio e percepisco l'immagine riflessa di una nuova me.
Occhi verdi, occhi grandi.

Ho iniziato a scrivere per te ed ora non so più se mi leggi. Nel dubbio non mancherò di farlo. Marie se n'è andata, di Eva di certo ti ho parlato, non credo di averti detto di Maricarmen. Ora vive qui occupa la mia vecchia stanza, quella come un antro piccolo e buio. L'incubatrice, l'utero che mi ha rigenerata. Anche Maricarmen ha bisogno di essere rigenerata, perché è come un bicchiere di cristallo infranto sul suolo.

Non ti ho fatto vedere le mie ultime foto, credo ti piacerebbero. Una produzione consistente di foto senza falsa modestia piuttosto belle. Con buone probabilità le pubblicherò, così nonostante la lontananza potrai vederle distrattamente mentre sfogli qualche giornale. Da quel momento, da quel giorno lì, e credo tu sappia a quale faccio riferimento, tutto è ritornato a muoversi.
Un movimento lento all'inizio, quasi impercepibile ma costantemente sempre più incalzante e progressivo. Un turbinio di idee, tutta la dirompente vitalità di una ritrovata creatività.

La verità è che sono felice ed orgogliosa. Volevo che tu sapessi. Ora trova il modo di dirmi di te prima che tutto vada perduto.

Tuesday, May 18, 2010

La finestra infranta


Mille volte lo maledico. Che sia dannato per sempre. Che bruci nelle fiamme dell'inferno, che soffra indicibile pene. Mille volte io mi maledico. Dannata me. Il suono della tua voce fluisce nelle mie vene come sangue. Tu leggi per me perché io ti ho supplicato di farlo:

" Il mio cuore è silenzioso come uno sguardo.
c'è una casa al di là delle colline.
Il mio cuore è silenzioso come uno sguardo.
La mia casa è lì dietro le colline.

Sopporto il mio cuore come una vecchia maledizione.
Non c'è ragione per il rimpianto.
Sopporto il mio cuore come una vecchia maledizione.
Perché mai argomentare o rimpiangere?

Il mio cuore vive in me come un fantasma.
Al di là delle colline giace morta la mia speranza
Il mio cuore vive presso di me come un fantasma.
Al di là della mia speranza giacciono morte le colline.

Mi hanno strappato il cuore come la gramigna.
Non è vero che avrei dovuto vivere.
Mi hanno strappato il cuore come la gramigna.
Non potevo pensare che vivere fosse vero.

Ora ci sono grandi macchie nel mio cuore.
Ci sono macchie simili al sangue sul pavimento.
Ora ci sono grandi macchie nel mio cuore.
E il mio cuore giace sul pavimento.

La stanza ora è chiusa per sempre.
Il mio cuore ora è sepolto vivo.
Il mio cuore ora è chiuso per sempre.
Tutta la stanza è sepolta viva."

Sono come sangue le tue parole. Possiedono lo stesso colore, lo stesso calore. Sono come sangue ed emettono un rumore come un palpito mentre transitano nell'incavo della tua bocca. Sono come sangue ed hanno lo stesso sapore.
E come il sangue sono necessarie.
Bisogna sapere ricominciare ed io l'ho fatto. Ricomincio e tu sei qui, "ora" come dici tu ed io apprezzo questa onestà intellettuale che fa di te il più desiderabile degli amanti.
Ti cerco nella notte svegliata dai miei incubi e non trovandoti non mi resta altro che sopravvivere sola ad una notte che sembra infinita. E piano come una nube densa di ricordi, come vapore su una finestra, come una pozza d'acqua in una giornata umida, si sta dileguando questo ultimo retaggio di una vita che non c'è più.
Quando questa notte sarà finita io aprirò la mia finestra, vedrò i tetti delle case, vedrò l'uomo del negozio di cestini di vimini aprire la serranda e disporre alcuni suppellettili appena fuori dall'uscio del suo negozio, vedrò un uomo attraversare la strada.
Vedrò un'ombra scivolare nella stanza della finestra di fronte. Il mio sangue, il mio sole e la mia finestra.
Il mio sangue, il mio sole e la mia finestra.
Ora sono pronta.



Tuesday, March 23, 2010

Eudaimonia

Ha poca importanza.

No, mi correggo, non ne ha alcuna.

Non ha alcuna importanza.

Oggi. Adesso. Ora. Domani non lo so, ma domani appunto non conta.

E' stato in quel momento, non ricordo la parola. La parola mi è sfuggita perché anche quella era circostanziale. Credo sia stata una nota, un tono della voce.

Certo. Deve essere stata la voce.

Oppure no.
Non solo quella.

Il sorriso. Ecco.
Il sorriso di certo è stato disarmante.

I gesti, quelli hanno fatto tutto il resto.

Non domani, ne il ricordo di ieri ma adesso, subito, qui. E la cosa più importante è che io lo so, lo sento, ne sono consapevole.

Non è l'estensione ne la durata. Non è l'illusione che possa sempre essere così ma è l'ampiezza, la portata, perché questo da un senso a tutto. Questo ha spiegato il vuoto, questo ha giustificato l'attesa.

La conquista consiste nella consapevolezza. Il saperlo e il sentirlo convivono. Ne avrò cura.

Tutto questo è di grande valore ed io lo possiedo.


Friday, March 12, 2010

Sopra ogni ragionevole dubbio


Oggi ho deciso di farti un regalo. Sappi apprezzarlo perché è raro che così generosamente io voglia condividere quello che reputo mio soltanto. Ti sto per regalare tutta la mia onestà intellettuale, senza orpelli, senza mistificazioni di sorta. Se quello che dirò non ti piacerà, se quello che dirò ti sembrerà scortese, se ti sembrerà una verità parziale, se ti sembrerà limitato e limitante, se lo percepirai come una privazione della tua libertà di pensiero e di azione, se in fine ti sentirai profondamente offeso, insultato dal peso greve delle mie parole sappi che non me ne importa un fico secco.

Nessuno ti sta chiedendo di condividere, nessuno ti sta chiedendo di esprimere un tuo giudizio o la tua opinione. Possiedi libertà a sufficienza per scegliere di non leggere oltre, oppure, per farti una opinione che sia tua. E con questo siamo pari e possiamo dire di aver adempiuto ad un insulso rispetto per la democrazia.

Ho ascoltato tante opinioni, in silenzio. Ho ascoltato molte bugie ed ho taciuto. Ho fatto finta di farmi stare bene tante cose che francamente non mi stanno bene per niente per rispettare il diritto alla parola del primo cretino di turno. Ora basta. Ora permettimi di raccontarti quello che ho capito da tutto quello che così pazientemente ho sopportato nonostante mi procurasse un fastidioso senso di nausea.

Io ho capito che ci sono solo poche cose nella vita che meritano di essere replicate. Nella maggior parte dei casi, il progetto numero due di un progetto numero uno resta secondo per qualità ed ambizione. Fattene una ragione.

Quando qualcuno ti dice di No bisogna imparare velocemente a distinguere che tipo di negazione è. Ci sono due tipi di no: quelli che servono ad aprire un discorso con il quale confrontarsi, per il quale battersi e si riservano alle cose che contano e quelli che invece sono negazioni assolute, quelli che quando le senti sai di non dover chiedere spiegazioni. Quelli sono dei No che valgono tutti i Si che quella persona ti ha detto in precedenza o ti dirà in futuro. Quelli sono dei no che devono farti congedare senza saluti e senza domande, senza grazie e senza arrivederci. Numericamente parlando quel No vale zero ed è il valore che quella persona ti sta riservando ma soprattutto è, senza possibilità di appello, il valore di colui che te lo sta dicendo.

Io ho imparato che c'è un tempo per ogni cosa ed ogni cosa ha il suo tempo, come lo yougurt nel frigo. Se le cose non si rinnovano scadono. Non sto di certo sostenendo un fast food degli affetti ma proprio per questa ragione, per la qualità che meritano, non devono esistere relazioni "pronte per l'uso". I rapporti devono essere costruiti con volontà ed impegno. I rapporti non possono essere riscaldati velocemente nel microonde, necessitano di una cottura a fuoco lento e costante. Se la persona che hai di fronte fa la sostenuta, se non capisce la generosità con la quale gli stai offrendo la tua amicizia e la tua presenza è perché questa persona è insensibile al buon gusto, perché non è abituata a ricevere se non che dopo aver dato. Se sei un gurmet dei rapporti sai che per quanto tu possa tentare di valorizzare la relazione, questo tipo di persona rimane pur sempre un sedano, al massimo ci farai un pinzimonio.

Sopra ogni cosa ho imparato che giudicare dalle apparenze è difficile e fuorviante e che tuttavia non è sempre un male avere dei pregiudizi. Tutto sta nel metro che si è deciso di adottare e soprattutto nella volontà di mettere in discussione il giudizio primo che ci si è fatti. Se il parametro estetico che scegliamo è quello "comune" si incorre in una percentuale di errore molto alta. La formula uomo vestito bene uguale uomo per bene si è dimostrata falsa a tutte le prove e controprove. Solo gli uomini che hanno molto da nascondere o quelli che non hanno nulla da dire vestono i panni dei qualunque. Bisogna avere carattere per mostrare anche esteticamente la propria essenza. Le divise sono massimamente da evitare e non parlo di quelle che incarnano l'ordine costituito ma quelle che esprimono un abito mentale inflessibile al cambiamento e alla fantasia individuale. Una persona in pantaloncini di velluto e fazzoletto al collo, d'estate e d'inverno, con la pioggia o con la neve è un idiota senza pari. Questa fra tutte è una affermazione che non intendo giustificare ne rettificare. Sono mortificata di averlo saputo con certezza nei miei anni da adolescente e di essermelo dimenticato con il tempo.
Le apparenze estetiche non sono tutto ma questo in nessun modo esclude che non siano importanti.

Quello che ho imparato è che la maggior parte delle persone sono come dei fuochi d'artificio, un gran rumore, un pò di colore e tanto, tanto fumo. Quello che ho imparato è che questo può allettare gli imbecilli ma io non mi lascio prendere da facili entusiasmi e da insignificanti lusinghe.

Sopra ogni ragionevole dubbio questo è quello che so.







Thursday, March 04, 2010

Nuda Veritas


"Quando si dice la verità si è sicuri di essere scoperti, prima o poi" O. Wilde


La verità non ha prezzo e per quanto delle volte la si voglia mistificare, occultare, omettere, per quanto la si voglia cancellare, negare, ignorare, troverà la strada dell'evidenza. Il suo valore è incommensurabile. Nella verità ho ritrovato la parte più forte di me e con la verità ho distinto chiaramente ogni menzogna, ogni fragile scusa. Niente soggettivismi, niente relativismi. Questa verità è assoluta ed innegabile. Per poterla sostenere è necessario che un numero variabile di affermazioni risultino coerenti e dimostrabili. Tutto è così freddamente coerente e dimostrato.

Il mio essere fuori dalle situazioni, lontana dalla contingenza degli eventi mi regala ora uno sguardo privilegiato sulle cose. Ora, la mia ragione freddamente discerne ogni situazione. Da sempre sono consapevole di essere una outsider. Mi riprendo il posto che è mio, ripongo sul mio volto una maschera impura. Io resterò per sempre fuori, lontana e distinta. Il mio partecipare agli eventi rinuncerà alla ridondanza stereotipata della quotidianità, ma non rinuncerà al fasto degli orpelli di una festa. Noi possiamo condividere il meglio e rinunciare a tutto il resto. Io arriverò portando quello che mi appartiene, condividendo quello che di prezioso possiedo e poi ripartirò portandomi via la tua esperienza e la tua saggezza.

Io ti ringrazio per aver onorato la nostra amicizia con la verità. Nessun regalo avrebbe potuto essere migliore. La verità mi restituisce tutta la mia dignità e nobilita ogni gesto che ho compiuto. Quella verità che come si dice non è mai semplice, quella verità che ci rende inconsolabili.

Ho percorso con lo sguardo il tratto sottile dei rami tracciato dalla luce di una opaca luna, mentre si riflettevano sulle pareti bianche della stanza, come strade di un passato trascorso. Quanto lunga può essere una notte quando ci rendiamo conto di quanto, forse involontariamente, abbiamo negato a noi stessi una verità che in fondo, in un pertugio della nostra coscienza, abbiamo sempre saputo.

Con le prima luci dell'alba, mentre il primo sole restituiva la purezza al bianco della parete, e la mostrava come una tabula rasa dove tutto può e deve ricominciare, io mi sono spogliata di quelle ultime logori vesti.

Nuda è la verità.

Friday, January 22, 2010

La morte non è niente


Suonino i lenti rintocchi di una campana. Che entri il feretro. Che il silenzio lasci posto allo straziante dolore degli astanti. Gettiamo crisantemi su una fredda lapide e paghiamo l'ultimo tributo alla tua ambizione che così inaspettatamente ti ha abbandonato, condannandoti ad una vita mediocre.

Credevi sarebbe sopravvissuta mentre l'assassinavi, costringendola ad una quotidianità senza emozioni ed invece ha esalato l'ultimo respiro e non farà più ritorno. Non esiste peccato più mortale che quello di una esistenza privata della volontà di successo.

Per un momento hai brillato. Era la luce riflessa di un desiderio, della volontà di conseguirlo, della forza di possederlo ma poi lo hai fagocitato come fosse un pasto crudo, con la bramosia di un animale. Hai venduto la tua esemplare dignità per poter acquistare qualcosa che non ti creasse il dolore e lo spessore di una esistenza.
Avevi sognato una casa che fosse il tuo rifugio, la tua isola, il luogo dove far riposare le tue membra ed invece ti ritrovi in una camera che ha tutto l'aspetto di un luogo di passaggio. Madido di sudore ti rigiri nel letto e consumi le lenzuola nelle tue notti insonni. Non ti è stata risparmiata nemmeno la coscienza della perdita, la tua anima è consumata dalla consapevolezza. La tua memoria ingrata ti ricorda ogni giorno la scelleratezza del tuo gesto.

La tua nobile essenza è stata deturpata dalla lama affilata della ghigliottina della superficialità che amputa fino a sminuire. Le persone che ti sono intorno, che così generosamente chiami amici, non sanno nulla di te, fingono delicatezza di fronte alla tua riservatezza ma in realtà non gli importa nulla, non sapranno mai di quel tempo in cui sei stato felice.

Era bello credere. Avevi gli occhi pieni di vita. Avevi un pensiero che cresceva prepotente, che dominava le tue intenzioni e le guidava ma la felicità richiede un grosso tributo, un sacrificio. Era un prezzo troppo alto e sapevi di non poterlo pagare. Non hai tentato e a me piace credere che ci saresti riuscito. Alle prime luci dell'alba, mentre la stringevi ancora fra le braccia, la speranza, l'ambizione di essere un uomo migliore ti ha abbandonato.
La morte fisica non è niente di fronte alla morte della propria integrità morale.

Friday, January 15, 2010

Sliding Doors

Ho aspettato a lungo questa lettera, la carta inconsistente e le parole pesanti come piombo. Scivolano i miei occhi sulle lettere accatastate come una goccia d'acqua su un piano di lamiera reclinato. Penetrano nelle ossa come l'umido in una giornata d'inverno. Non ho più sperato in un ritorno.

"Penso che quando due persone si avvicinano così tanto è davvero un peccato mortale se poi si perdono. [...] il mio pensiero ogni tanto tornava a te e mi chiedevo " chissà cosa starà facendo?". Talora ci sono persone che pur stando ad esse sono così lontane e altre che pur non essendo fisicamente vicine, sono e saranno per sempre unite".

Non riesco a fare a meno di domandarmi perché ora, perché in questo momento della mia vita. Forse è solo una questione di coincidenze ma questa lettera che si era perduta, non in un lungo viaggio ma nel percorso che dalla penna porta alla carta, ora è qui, ed io la leggo immaginando il suono della tua voce. Una strana coincidenza, deve essere così, non può essere diversamente. Se possedessi la fede crederei in un segno ma non l'ho mai acquisita o forse l'ho perduta. Se avessi fede crederei che in tutto c'è una ragione, che passato e futuro in realtà non esistono, che c'è un unico tempo che è quello del vivere e che costantemente mi impartisce una lezione che forse non sarò in grado d' imparare. Potrei credere che tu possa rispondere alle domande che non so, che ultimamente così spesso mi sono chiesta.

"Questo senso di incompiuto, di non risolto è qualcosa che ha contribuito a spingermi a ricontattarti [...]"

Si può colmare il vuoto generato da una assenza? Quante volte ti sei chiesto di me? dimmi che ho vissuto nei tuoi ricordi, dimmi che per sempre vivrò nei tuoi pensieri che questo è forse l'unico modo che abbiamo per salvarci dalla morte.

Tu sei una persona con cui io devo "fare i conti". Direi che il termine giusto è "monstrum": in latino è una vox media, cioè significa qualcosa che fa paura, ma al contempo affascina e intriga, proprio per questo suo senso di timore che incute".

Hai ragione tu, non si può non avere paura se si tratta di me, che io stessa delle volte mi temo. Pericolosa perché mutevole e per questo non rassicurante. Orgogliosa, difficile, pretenziosa. Io ti rispondo che sono sublime così come lo intendeva Kant, così come lo intendeva Schopenahauer; il piacere che si prova osservando la potenza e la vastità di una forza che potrebbe distruggere chi l'osserva. Io sono una di quelle forze di fronte alle quali l'uomo prende coscienza del proprio limite. Il piacere è direttamente proporzionale alla paura e credimi non c'è vanto ne presunzione in quello che dico ma un profondo sottile rammarico perché consapevole che le difficoltà che genero hanno portano alle deriva molte delle persone a cui ho tenuto.

"Non me ne sono andato, ho deviato volutamente la mia traiettoria rispetto alla tua"

"L'unica cosa che ho fatto è stata di chiudere si quel capitolo, ma non per terminare il racconto, piuttosto per lasciarlo parzialmente in sospeso e poterlo riaprire più in là."

Tu puoi spiegare ed io per certo capirò, tu puoi dire ed io sicuramente perdonare. Temo solo che qualcosa sia andato perduto.

"P.s. Talvolta voler bene ad una persona significa anche privarsi della sua presenza fisica; questo atteggiamento può sembrare menefreghismo, noncuranza, disaffezione, indifferenza, in realtà è la forma più difficile d'affetto perché presuppone il superamento di un egoismo materiale, che si esprime nel "possesso" fisico, ed il passaggio a una forma di perpetuo contatto immateriale, che si esprime nella memoria viva di un sentimento."

Posso capire? voglio capire? forse no. E così lo sguardo scivola ancora in quello spazio breve che è rimasto da percorrere, lì sul piano reclinato tra la firma del tuo nome e l'ultimo spazio vuoto della pagina e poi fa un salto giù nel vuoto e si infrange come acqua su gelido marmo.














Friday, January 08, 2010

Quando crederò di averti perduto


"Un filo, sottile come il nylon, resistente come l'acciaio. Una gomena legata stretta ad una bitta di metallo che mi ormeggia alla banchina ed in mezzo un mare vasto come lo spazio, lungo come il tempo. Una cima che viaggia tra me e te. I miei polsi sottili, per sempre legati ai tuoi. La mia pena e la mia consolazione. Il segno profondo che so di averti lasciato ed il ricordo di un sigillo sulla tua bocca e sulla mia.
Tutto scorre ed anche i miei capelli sono tornati ad essere come fili d'oro, raggi di sole.
Strade che si separano, bivi che ci allontanano. Un mare nero ci inghiotte, ci risucchia entrambi in un abisso senza speranza. Parole che consumano la carta ed il cuore. Parole al veleno che ricorderai mentre il primo sole filtra tra le fessure strette dei battenti, ferendoti gli occhi, alimentando le tue sciocche convinzioni. Parole come miele che ti sembrerà di sentir pronunciare mentre la luna pallida ti osserva, che ti ricorderanno il calore ed il profumo della mia pelle, che abbatteranno le tue reticenze. Ed allora mi cercherai invano. Le mie parole, queste, torneranno ad esserti incomprensibili, presumerai cose che non conosci, tornerai ignorante. Io mi sarò portata via il sole, i sorrisi, ed il caldo buono. Io soprattutto mi sarò portata via la parte migliore di te."


E poi mentre ero distratta, in modo del tutto inatteso, del tutto inaspettato. Nel gesto di spostarmi i capelli dal viso o nelle braccia intorno ai miei fianchi. O forse le mani che mi hanno accarezzato il volto che lo hanno tenuto come fosse la cosa più preziosa e fragile. Un sussurro, una carezza, uno sguardo appena. La felicità che si costruisce in gesti che rinunciano alla platealità, un tatto leggero su corde invisibili.

Temo quasi di dichiararla come se la consistenza solida delle parole potessero frantumarla.

La rosa più bella del mio giardino perché è cresciuta fra i sassi, perché ha resistito alla siccità delle mie disattenzioni e alla tempesta delle mie ansie. Voglio cullarla, proteggerla, difenderla, farla diventare forte e piena. Voglio che si incarni in un sorriso sulla bocca e voglio che questo sorriso mi appartenga anche quando, per qualche mai troppo importante ragione, crederò di averlo perduto.