Friday, January 26, 2007

Se lo fate,( e prima o poi lo farete!) fatelo con eleganza...


La verita' e' che siamo spesso costretti a portare degli abiti che non ci appartengono. Gli abiti dei quali sto parlando sono quelli che rivestono il nostro comportamento sociale e non di certo quelli che seguono l'altalenante e inconsistente flusso delle mode.
Io, per esempio, oggi vorrei sfondare la porta del mio vicino, sorridergli ( perche' un sorriso non si nega mai a nessuno!), dargli il buon giorno cordialmente, e poi prendere il suo stereo e fiondarlo giu' dalla sua finestra, provare un brivido di compiacimento mentre sento i pezzettini di ferro e plastica saltellare allegramente sull'asfalto creando una musica che riuscirebbe finalmente ad allietare il mio orecchio ferito dalla vibrazione continua e nauseante della sua selezione musicale. Poi con disinvoltura, augurargli una buona giornata e ritornarmene tranquilla nel mio appartamento con la consapevolezza che nessun rumore impropio potra' piu' disturbarmi.
Invece tutto questo e' costretto a vivere nella mia non troppo fervida immaginazione. Saro' costretta, per rispetto della reciproca convivenza a subire la sua pessima musica; forse al limite delle forze mi ritrovero' a bussare alla sua porta e chiedergli gentilmente di abbassare il volume e magari spiegargli che la sua musica da dummy ,male si addice alla solennita' delle tragedie greche che sto studiando per il mio esame di storia del teatro. Alla fine di questa storia io vorrei porre l'attenzione sulla mia natura in realta' affatto violenta, e sottolineare la gentilezza e cordialita' che comunque avrebbe sottolineato il mio gesto ( delresto assolutamente comprensibile!). Il mio consiglio per la giornata e' il seguente: Lasciate che le buone maniere vi coinvolgano con la loro forza dirompente e mentre spingete con una spallata la persona che e' accanto a voi e che cercava impropiamente di prendersi il posto che e' vostro di diritto, non dimenticate di sorridergli e di ringrazarlo per avervelo ceduto.

Sunday, January 21, 2007

Luxe, calme et volupte'.


Straniera in un paese straniero. Per sopravvivere e' necessario muoversi a passi di danza, leggeri come se si camminasse sulle punte. Dopo due anni sento ancora di non appartenere a questo posto e mi mancano le persone e le cose che ho lasciato indietro.
Eppure mi sto abituando ai silenzi, alle meditazioni, alle battute che vorresti fare e che arrivano troppo tardi. Improvvisamente impari a parlare meno e ad ascoltare molto di piu', a soffermarti sui dettagli...su quelle cose che le parole non dicono mai e minuscoli , infinitesiamali gesti rivelano sempre.
Mi si sta cucendo addosso come una seconda pelle questa vita inglese che doveva essere solo un' esperienza. Ora vedo con i miei occhi divenuti piu' grandi cose che assolutamente ignoravo.
Nigel, la gattina dagli occhi verde smeraldo sembrava percepire la vibrazione dei miei pensieri oggi, e si e' fatta accarezzare da me e da me soltanto...con quel sorniorne parlare che solo due individui muti sanno comunicarsi.

Friday, January 12, 2007

E' colpa del vento


Il vento si sta portando via tutto quello che di vecchio e stanco c'e' nella mia vita...che sia benedetto il vento che rigenera, che crea nuove e forse false speranze!
Ho camminato per le strade ormai ben conosciute di Covent Garden ieri, ancora umide di pioggia, il freddo nelle ossa,le luci dei lampioni accese. E mentre il vento soffiava s'e' portato via i miei pensieri grevi e ho ricordato questa estate nei vicoli di Trastevere, con quel vento lieve che ti sollevava dal caldo arido della giornata. In nulla rassomiglia a questo vento che e' piu' pungente e un po' piu' ostile.
Il ragazzo americano, nel suo peregrinare e' arrivato a Londra e come allora ci troviamo a camminare insieme, a raccontarci le cose che accadono anche quando noi vorremo non ci appartenessero. Lui che mi aveva fatto compagnia nelle serate d'estate, che si era rivelato una piacevole sorpresa, che ti faceva vedere il mondo con gli occhi di un instancabile viaggiatore.
Tutto di lui sembra essere cambiato ai miei occhi, forse e' colpa del vento che ha spostato il velo che lo copriva e che ora non cela piu'.
Ora il ragazzo americano non viaggia piu' ma fugge, ora non approda su nuovi lidi per godere del sole e delle belle cose di cui il mondo ci riempie gli occhi ma giace nell'oblio di chi non vuole prendere potere sulle propie cose e sul propio destino.
Temo di aver perduto un amico...lo cerco ma non lo trovo...siamo lontani, forse non ancora irrimediabilmente. E' colpa del vento. Il vento che ha soffiato via potente, spazzandone ogni traccia, l'idea meravigliosa che mi ero fatta di lui. Forse era solo un illusione, una piacevole, squisita illusione ed ora a causa di un alito di vento non c'e' piu'. Forse dovrei ringraziarlo il vento che rivela, che dice sempre, sussurrando, la verita' ma con che malinconia ricordo quello che non vedo piu'. Il vento mi ha parlato ma sento che ancora non mi ha raccontato tutto ed ora aspetto che dica ancora.

Friday, January 05, 2007

Cronaca di una mannequin


Riesco a vedere la mia immagine nella lente...assorbe la luce e riflette le ombre , come essere di fronte allo specchio ma con meno consapevolezza ...so' che non devo prestare attenzione all'immagine dal canto di sirena e guardare oltre, tenere lo sguardo sul diaframma che si apre e si chiude, iniziare un dialogo con un oggetto che non ha ne occhi ne' bocca e che pure ti guarda e che a suo modo dice. Di tanto il dialogo si interrompe per un colpo di spazzola, una spruzzata di lacca , una spalmata di cera, un colpo di phono...sento la massa voluminosa dei mie capelli diventare consistente...e ancora senza tregua una spolverata di cipria, il pennello appiccicoso del gloss sulle labbra. Il corsetto che indosso mi fascia i fianchi, stringe la vita fino a farla diventare un'esigua circonferenza e smorza il respiro che a tratti e' ridotto ad un fiato. Mi piace quando un lavoro volge al termine, le luci dei riflettori si spengono, scivoli nei tuoi vestiti, il batuffolo di cotone che scioglie il mascara segna una lunga linea nera sul viso e finalmente riappari tu...e tutto e'quiete.