Friday, January 08, 2010

Quando crederò di averti perduto


"Un filo, sottile come il nylon, resistente come l'acciaio. Una gomena legata stretta ad una bitta di metallo che mi ormeggia alla banchina ed in mezzo un mare vasto come lo spazio, lungo come il tempo. Una cima che viaggia tra me e te. I miei polsi sottili, per sempre legati ai tuoi. La mia pena e la mia consolazione. Il segno profondo che so di averti lasciato ed il ricordo di un sigillo sulla tua bocca e sulla mia.
Tutto scorre ed anche i miei capelli sono tornati ad essere come fili d'oro, raggi di sole.
Strade che si separano, bivi che ci allontanano. Un mare nero ci inghiotte, ci risucchia entrambi in un abisso senza speranza. Parole che consumano la carta ed il cuore. Parole al veleno che ricorderai mentre il primo sole filtra tra le fessure strette dei battenti, ferendoti gli occhi, alimentando le tue sciocche convinzioni. Parole come miele che ti sembrerà di sentir pronunciare mentre la luna pallida ti osserva, che ti ricorderanno il calore ed il profumo della mia pelle, che abbatteranno le tue reticenze. Ed allora mi cercherai invano. Le mie parole, queste, torneranno ad esserti incomprensibili, presumerai cose che non conosci, tornerai ignorante. Io mi sarò portata via il sole, i sorrisi, ed il caldo buono. Io soprattutto mi sarò portata via la parte migliore di te."


E poi mentre ero distratta, in modo del tutto inatteso, del tutto inaspettato. Nel gesto di spostarmi i capelli dal viso o nelle braccia intorno ai miei fianchi. O forse le mani che mi hanno accarezzato il volto che lo hanno tenuto come fosse la cosa più preziosa e fragile. Un sussurro, una carezza, uno sguardo appena. La felicità che si costruisce in gesti che rinunciano alla platealità, un tatto leggero su corde invisibili.

Temo quasi di dichiararla come se la consistenza solida delle parole potessero frantumarla.

La rosa più bella del mio giardino perché è cresciuta fra i sassi, perché ha resistito alla siccità delle mie disattenzioni e alla tempesta delle mie ansie. Voglio cullarla, proteggerla, difenderla, farla diventare forte e piena. Voglio che si incarni in un sorriso sulla bocca e voglio che questo sorriso mi appartenga anche quando, per qualche mai troppo importante ragione, crederò di averlo perduto.

4 comments:

Anonymous said...

Nel mondo, nella materia, nella rappresentazione, se è vero che la vita è sogno in un sogno, dove sottili finchè si vuole ma tenaci e invisibili affinità e antipatie legano strettamente i cuori più nobili alla scia di fugaci e splendenti comete; chi sarebbe così dottamente stolto da volersi rinchiudere in una definitiva e decifrata gabbia concettuale, laddove tutto è ad un tempo conosciuto ma informe, vincolo e illusione fallace, dove anche l'amore così come la morte sono ad un tempo fraterne nemiche, unite da una vorace simpatia, e dove così spesso l'una suggella l'altra, senza spesso avere il tempo di terminare un sogno; niente va perduto, hai ragione, portati via la parte migliore di lui.
Ma attenta: una rosa cresciuta tra i sassi, sopravvissuta a siccità e intemperie, per quanto bella è ricoperta di spine acuminate, perchè abituata a sopravvivere in un ambiente spesso ostile, e nel momento in cui decidessi di prendertene cura, cullarla, proteggerla, difenderla, ricorda di far molta attenzione a non ferirti, perchè anche quello fa parte della sua natura.

Dielle said...

<3

"A." said...

Ero fuori, stasera, in compagnia di una persona.
Quella leggera stanchezza di fine serata mi aveva resa più morbida, più riflessiva.
Mi ero tolta gli orecchini, giocherellavo tenendo in mano questi due cerchi dorati che avevo incastrato l'uno all'altro, aspettandomi forse di compiere una magia e improvvisamente vedere che si erano slegati, tornati a se stessi.
Così il pensiero mi ha colpita prima ancora che potessi accorgermene.
"I miei polsi sottili, per sempre legati ai tuoi"
Prima ancora che potessi accorgermene le parole mi sono affiorate alle labbra
"I miei polsi sottili, per sempre legati ai tuoi"
Quell'immagine, quegli orecchini incastrati l'uno nell'altro, mi hanno ricordato le tue parole.
Chi le ha sentite non ha capito. Per forza.
"Sono parole di una persona. Parole di qualcosa che ho letto"
Così per un momento, per la prima volta, le tue parole hanno abbandonato questo spazio virtuale e hanno preso vita in un momento vissuto e lontano solo poche ore fa.
L'ho trovato singolare. L'ho voluto condividere.
Buonanotte Artemisia.
P.s. Il tuo ultimo post . . .

Artemisia said...

A. Non potrei desiderare di più che lasciare un segno nella vita degli altri. Non posso essere che contenta nel sapere che hai pensato alle mie parole, che sono la mia eredità e quello che di più sacro possiedo. L'idea di avertele regalate in un momento del tutto estraneo a questo luogo mi rende profondamente felice ed è forse lo scopo ultimo di questo blog. Grazie per aver condiviso, perché la cosa mi rende felice senza riserve.
A presto A.
p.s.Il mio ultimo post, presuppongo tu faccia riferimento a " la morte non è niente", chiedi pure ed io ti dirò...