Thursday, February 26, 2009

A broken doll never cry

Impopolare. Io sono impopolare. Non ricordo bene cosa debba aver alimentato questa considerazione di me che pure deve essere stata latente, sopita dalle cortesie apparenti delle circostanze. La verità è che io sono scomoda. Credo sia difficile dover rimettere in discussione tutti quei luoghi comuni che così comodamente avevano giustificato insopportabili mancanze estetiche e che ancor di più, hanno mostrato in modo incontrovertibile, incolmabili fragilità  intellettuali. E' meglio credere che io non esista, che io sia una invenzione di una mente avvelenata dalla gelosia e dall'invidia. Bisogna creare un pretesto, uno qualsiasi, che finga indignazione e che possa allontanarmi senza diritto di replica. Mai parlare con me, mai cadere nell'errore di cedere alla seduzione delle mie parole, potrebbero essere così dolcemente convincenti, trarrebbero sugli scogli della incertezza anche le opinioni dei più esperti marinai dell'eloquenza. Quello che non possono accettare è che una bambola possa parlare, che quello che possa dire si riveli addirittura interessante è decisamente troppo, se quello che dice è poi scomodo ed irriverente è assolutamente inaccettabile. Una bambola non dovrebbe parlare. Questo è mostruoso. Questo sovverte l'ordine delle cose. Dunque la soluzione è presa, facciamo finta che non esista e non esisterà. Rompere la bambola, spezzarla a metà. Qualcuno avrebbe dovuto dire loro che non basta chiudere gli occhi perché una realtà incomoda smetta di esistere. Forse potranno eludere la loro banalità per un pò, circondarsi di mediocrità che li faccia sentire nel salotto comodo delle propie superficialità. La verità è che una bambola rotta non piange mai.

2 comments:

Arthur said...

Anche se non piange è sempre rotta...

Artemisia said...

Nel mondo dell'esibizione e della speculazione di ogni sentimento io preferisco l'atarassia. Nel gioco di esibizionismo e spettacolo di ogni emozione io scelgo il dietro le quinte della riservatezza. Le fratture sono necessarie. Non possiamo impedirci di vivere e vivere significa anche infrangersi, danneggiarsi, frantumarsi e ovviamente ricomporsi. Non possiamo impedire che questo accada ne dovremmo desiderarlo, possiamo però scegliere per quali cose vale la pena spendere le nostre lacrime e quali invece assolutamente non lo meritano. A presto Arthur...