Tuesday, December 02, 2008

Note sparse su quaderni senza musica


" Lui era il mio Nord, il mio Sud , il mio Est ed il mio Ovest, la mia settimana di lavoro e il mio riposo la domenica, Il mio mezzodì, la mia mezzanotte, la mia lingua, il mio canto; pensavo che l'amore fosse eterno: avevo torto." W. H. Auden
Rispolvero le cose intorno, si alza una leggera impercettibile polvere di passato. Tra le cose ormai mute trovo un piccolo quaderno, ha le pagine bianche a righe. Sono passati otto anni, così scrivevo :

"Come un fantasma dai passi leggeri, sfiorando le cose a me care e dileguandoti tra i ricordi sei scomparso. Non più nulla di te se non che una vaga presenza, il presagio di qualcosa che è stato, il presentimento di qualcosa che forse non sarà più. Le lacrime che tante volte hanno inondato queste valli e questi meandri, si sono asciugate ed ora non resta tutto intorno che terra arsa.

Dipingo l'immagine di te , come di un cavaliere munito di una lancia di silenzi che abbandona il campo di battaglia per una causa che non vuole più sposare.

Il fuoco sembra essersi spento ed ora non rimane che cerulea, soffocante cenere.

La notte scende sulle cose coprendo la bruttura di ciò che si vede ed i giorni si susseguono in un girotondo frenetico senza dare adito ad un accenno di solare tramonto.

Poi si percepisce un grido, un solo ma prolungato grido straziante; tutto freme, palpita per un secondo poi di nuovo silenzio. E' l'Amore che muore, disteso sulle lenzuola sporche del suo sudario."

Ore, giorni, anni sono passati. Tutto mi ha separata da quel momento e tutto mi ci riporta. L'unica profonda consapevolezza è la fine delle cose, il loro mutare inaspettato.






3 comments:

Cangaceiro said...

Ciò forse accade perchè i ricordi tengono legati ciò che la realtà, per mille e svariati motivi, divide.
Le tue parole mi hanno trasmesso un senso di nostalgia ma anche di sensata consapevolezza che ciò che è stato, è stato appunto.
In bocca al lupo..

smoky man said...

Non c'è mai una fine. Una vera fine. Ci illudiamo solo che il momento sia passato. Ma è sempre là. Temerari o stolti, o forse semplicemente sensa scelta altra, andiamo avanti: capita che ci voltiamo indietro ed il passato è... presente. Un bel girotondo. La dimenticanza è consolazione solo per chi è senza cuore.

un abbraccio fumoso
smok!

Capitano said...

...e non è forse per questo che scattiamo fotografie?

Chiudiamo un occhio e ne teniamo aperto solo uno sul mondo; ne ritagliamo i contorni a nostro piacere, nello stretto rettangolo dell'obiettivo. Chi dentro e chi fuori lo scegliamo noi.
Regoliamo apertura di diaframma ed esposizione, per aumentare la profondità di un rapido pensiero e rendere luminosi pomeriggi altrimenti cupi.

Questa è la nostra magia: rendere eterno qualcosa che immediatamente dopo lo scatto, già non è più.

Ma l'amore... quella è un'altra storia.

BUENA VIDA